ICONICO
Massimo Daghero e Mario Giammarinaro
Dal 27/01/2022 al 13/02/2022
MARIO GIAMMARINARO
Mario Giammarinaro è nato a Torino nel 1951. Vive e lavora a Moncalieri (To).
Allievo di Filippo Scroppo ai corsi di nudo all’Accademia Albertina di Torino e di Roberto Bertola alla Scuola di Arti Grafiche “Vigliardi Paravia“. Per trent’anni ha svolto la professione di grafico.
Mario Giammarinaro guarda il mondo con occhi di poeta e ambientalista, rappresentando nelle proprie opere la potenza e il degrado della natura contemporanea.
Il colore è ottenuto mescolando oli e terre con solventi, colle da legatoria e polimeri plastici.
Tale tecnica incorpora l’equilibrio tormentato e precario tra industria, tecnologia e natura.
Nelle spiagge dell’Atlantico contaminate dal petrolio del ciclo “Marea Nera“, segni densi e cupi attraversano la superficie della tela, cicatrici che ricordano le ferite inflitte dall’uomo al paesaggio nella sua folle corsa verso il dominio del mondo naturale.
Mentre invece nelle lande desertificate della serie “ Terre Fossili “, il pigmento nero e pastoso rappresenta colate di lava vulcanica e nuvole buie che solcano il cielo.
Magnifica e imponente, la natura si ribella.
Mario Giammarinaro tenta così di ripristinare l’armonia tra uomo e natura e il legame indissolubile che esso ha con gli elementi primordiali.
Jenny Dogliani
MASSIMO DAGHERO
Massimo Daghero è nato a Torino nel 1953. Attualmente vive e lavora a Bruino (TO).
Nel 1968 frequenta il Liceo Artistico ed Accademia Albertina delle Belle Arti di Torino ed è allievo di artisti come Pietro Ruggeri, Pino Mantovani e Giorgio Ramella.
La natura rimane sempre il suo tema di studio focalizzando però l’interesse sull’albero.
Nell’albero si racchiude il ciclo naturale attraverso il passare delle stagioni, l’albero, testimone dello scorrere del tempo, dorme nel sonno invernale per poi risvegliarsi e vestirsi del suo fogliame che baciato dal sole, dalla pioggia e spinto dal vento crea luce, movimento, colori e suoni.
Dopo molteplici opere dedicate all’albero nella sua totalità, attualmente il suo interesse si concentra sul tronco, la parte dell’albero dove scorre la linfa vitale, la parte dell’albero che rimane in vita sempre.
Interesse non per un tronco qualunque ma un tronco particolare, quello della “Betulla”, un tronco dove il colore e la materia si fondono rendendolo subito riconoscibile tra tutti.
Ed ecco che allora le paste materiche ed i colori prendono forma e luce sulla tela creando volumi e contrasti cromatici, portando lo spettatore a vivere un primo piano di quella natura sempre più lontana dalla quotidianità.